Playtest: cerchiamo giocatori a Torino


Da qualche settimana siamo alle prese con il design di un nuovo gioco di società. Regole, interazioni e strumenti: tutto pronto.

La prossima sfida è portare il gioco in strada per affinare l’esperienza coinvolgendo giocatori veri.

Venerdì 8 maggio 2015 a Torino, faremo una sessione di playtest. Se vi interessa provare il nuovo gioco (o se non vi interessa ma volete a tutti i costi darci una mano),  scriveteci oppure registratevi e/o segnalate la Facebook page dell’evento.

Requisiti
  •  Conoscere l’inglese. Il gioco si svolgerà in italiano, ma istruzioni e carte sono in inglese
  •  Avere a disposizione l’intero pomeriggio, dalle 14:30 circa
  •  Abitare a Torino o essere disposti a spostarsi.
Cosa ci guadagnate
  • Se tutto va bene vi divertite
  • Di certo ricevete biscotti gratis
  • Verrete ringraziati nei credits del gioco

Non vediamo l’ora di giocare con voi.

Dotventi e Media Mutations 7

by mauro in Varie Comments: 0

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Durante il laboratorio di Game design del centro CIMES di Bologna abbiamo inziato a lavorare con gli studenti alla realizzazione di un gioco da fare durante una conferenza, un conference game. Una sfida molto interessante data la peculiarità e la supposta ‘serietà’ del contesto. Il dotventiano Mauro ha tenuto il corso fra novembre e dicembre 2014 con una trentina di studenti del DAMS, di Filosofia e Scienze della comunicazione. Abbiamo lavorato su giochi di vario tipo e ci siamo esercitati a produrre semplici card game e board game con limitazioni più o meno difficili da gestire.

Ora siamo al lavoro, insieme ad alcuni degli studenti e a Francesco Bagni di Too Design Consultancy, per realizzare il gioco ufficiale di Media Mutations 7, storica conferenza internazionale e gratuita del DAMS bolognese che quest’anno si terrà il 26 e il 27 maggio 2015 al Dipartimento delle arti in Via Barberia 4 a Bologna con il titolo Space Invaders. The impact of digital games in contemporary media ecosystems.

Il gioco è stato sviluppato con una metodologia partecipativa (gli studenti co-creatori sono ANCHE il potenziale pubblico della conferenza) e avrà le potenzialità per modificare l’esperienza di fruizione di una conferenza, accademica e non. Proprio allo sviluppo di questa metodologia sarà dedicato il prossimo articolo. Per ora lasciateci continuare a lavorare al nostro conference game 🙂

 

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PS: nel frattempo è iniziato Aspettando Media Mutations 7, una serie di incontri per introdurre ai temi della conferenza: l’ultimo è in programma il 17 marzo alle ore 17, sempre al Dipartimento delle arti, con con Riccardo Berta e Ivan Venturi di TiconBlu che parleranno delle forme di digital gaming non rivolte all’entertainment.

Procedural design framework

by mauro in Varie Comments: 0

Come nasce?

Tutto ha inizio quando abbiamo deciso che si, studiare i giochi – videogiochi – da tavolo – dal vivo – per strada – pervasivi – seri – socializzanti – geolocalizzati – è interessante, ma potrebbe essere bello anche applicarne i principi, magari in un metodo creativo che sfrutti la nostra ludoliteracy, la nostra conoscenza dei giochi acquisita da bambini e mai dimenticata. Dopo qualche discussione, la magia si compie in un bar che diciamo non è proprio il massimo (in quanto bar brutto, non in quanto bar, ovviamente), dove due di noi passano un intero pomeriggio a:

  • giocare con un mazzo di carte che stimola la creatività
  • chiacchierare di  proceduralità e design
  • sentirsi come loro:

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  • guardare le repliche di un programma di incidenti stradali spettacolari
  • bere caffé
  • formalizzare il modello creativo di Dotventi in appunti disordinati tipo questi:

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Che cos’è?

Dopo numerose revisioni e riscritture, il Procedural design framework è diventato uno dei segni distintivi di Dotventi. Il metodo e si basa sull’unione di tre metodologie distinte, due provenienti dal Design thinking: il classico modello ‘a doppio diamante’ o 4D (Discover / Define / Develop / Deliver), basato sull’iterazione di successivi brainstorming e sintesi delle idee prodotte; lo Human Centered Design, costruito su etnografie e orientato all’utente già nella fase di creazione del concept:

La sua particolarità però – spoiler free – è lo sfruttamento di un set di archetipi ludici in fase creativa. Provate a pensare a come modificare o migliorare un gioco – un videogioco, un giocattolo, un gioco dal vivo – fra i più famosi. Il Procedural design framework vi permette di ragionare su giochi che conoscete da sempre collegando le vostre idee alle vostre esigenze creative e al vostro progetto di comunicazione.

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A cosa serve?

Dotventi usa il Procedural design framework per creare giochi di vario tipo, per proporre soluzioni comunicative, con varianti e adattamenti, ad altre realtà interessate a utilizzarlo. Può esservi utile per:

  • variare e innovare le vostre metodologie creative
  • rendere più piacevole il processo creativo, allontanandovi per un momento dal tema che state affrontando per poi ritornarvi con soluzioni più solide e focalizzate
  • incentivare la partecipazione al processo creativo, permettendo anche ai professionisti meno esperti sul progetto specifico di contribuire attivamente
  • sviluppare un linguaggio comune fra i diversi settori e i diversi professionisti del vostro studio o azienda
  • adottare un metodo creativo strutturato e dunque più rapido, ma allo stesso tempo flessibile e adattabile alle competenze di chi vi partecipa

Se volete conoscere meglio il Procedural design framework iscrivetevi al nostro workshop di Inside Training: Game Design for creative practices!

Se invece volete lavorare con noi a un progetto o scoprire se possiamo aiutarvi a migliorare i vostri processi comunicativi, a organizzare una campagna di comunicazione per un prodotto, un servizio, una causa… scriveteci!